Elio Grasso

Cenni storici e sviluppo aziendale I vigneti proprietà della famiglia Grasso da sempre costituiscono il patrimonio dell'azienda, in un'area che è sempre stata considerata ad alta vocazione, come testimonia l'inserimento dei vigneti nella mappa delle migliori vigne realizzata dal grande storico Lorenzo Fantini agli inizi del secolo scorso. Consapevoli dell'esigenza primaria di rispettare ed esaltare le caratteristiche peculiari dei vigneti, la famiglia Grasso ha considerato questi "sorì" come una sorta di luogo magico dove ritrovare le proprie radici. Così agli inizi degli anni Ottanta ha deciso di tornare alle origini come viticoltori, pur consapevoli che il nostro lavoro non finisce in fondo al filare e senza pensare di dover inventare qualcosa, ma semplicemente di limitarsi a rispettare, senza chiusure mentali, il meglio della tradizione ed il lavoro di chi li ha preceduti. La prima logica conseguenza è stata la scelta di vinificare ed imbottigliare separatamente a partire dal 1978 le uve dei propri vigneti, preoccupandosi che l'azienda agricola potesse trovare uno spazio proprio in un mercato dove operavano già bravi viticoltori. La politica dei piccoli passi è cominciata con progressivi reimpianti di Nebbiolo, Barbera e Dolcetto e dal 1986 anche un piccolo appezzamento di uva non autoctona, lo Chardonnay, "educandola" ad essere espressione del terroir in cui è stata introdotta. Attualmente la produzione media non supera le settantamila bottiglie, una quantità tale da consentire di mantenere un'impostazione familiare del proprio lavoro e un controllo meticoloso in tutte le fasi, dal lavoro in vigna a quello in cantina.

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